Sara Turetta, una donna davvero speciale che da anni si batte in Romania per la salvaguardia ed il benessere degli animali, Save the Dog and other Animals è la Sua creatura, una mission che la vede condurre e a volte "battagliare" contro forze che sembrano talvolta insormontabili.. ma la passione, la caparbietà ed il coraggio con la quale si dedica al Suo lavoro, l'amore per gli animali e la forza dei suoi Volontari, confermano quanto sia importante la sua mission.
Nell'articolo che riporto qui interamente di seguito, a firma diCostanza Rizzacasa d’Orsogna comparso su Il Corriere della Sera, vi immergerete nella commovente storia di GREGOR, un puledrino raccolto e salvato dai volontari Rumeni di Save the Dogs, buona lettura.
Alberto Negri
sotto Sara Turetta e Gregor
Il Puledrino Gregor che si crede un Cane
sopra Gregor i primi giorni dopo il suo salvataggio
Il maltrattamento di
cavalli ed asinelli in Romania è tristemente noto. Ma grazie
a Save the Dogs, un orfanello caduto in un fossato avrà un futuro
felice.
Si chiama benaltrismo,
ed è la malattia del nostro tempo, o una delle. Ho fatto di tutto, per Milo,
nei primi sei mesi di vita, quando i gattini sono più reattivi a integratori e
farmaci. E mentre lo facevo, mentre mi svegliavo di notte con l’angoscia che potesse
morire, tanta gente si preoccupava di dirmi, «Ma è solo un gatto». «È solo un
gatto», disse una volta, con disapprovazione, una cliente impicciona in
farmacia. «Con tutti i bambini che soffrono la fame in Africa…» Per inciso,
tutti quelli che dicono così, per i bambini che soffrono la fame, in Africa o
altrove, non hanno mai mosso mezzo dito.
Il benaltrismo è tornato, puntale, nei
giorni successivi alla strage di Genova. Quando, mentre i cani da soccorso scavavano
senza risparmiarsi e salvavano vite rischiando la propria, chi come me soffriva
anche per tutti gli animali dispersi o rimasti uccisi sotto le macerie, veniva
investito sui social media dal benaltrismo più becero. A volte lo sconforto di
fronte a tanto odio per gli animali è tale che non ho la forza di rispondere.
Stavolta, per fortuna, è intervenuta Sara.
Sara è Sara Turetta, ex pubblicitaria che all’inizio
degli anni Duemila, sconvolta dal massacro dei cani randagi in Romania, ha
lasciato il lavoro per fondare Save the Dogs, onlus che oggi conta
50 dipendenti e partner in sette Paesi europei. Per aver dedicato la sua vita
agli animali, nel 2012, Sara, che oggi vive tra Milano e Bucarest, è diventata
Cavaliere della Stella d’Italia.
Il randagismo è
una piaga in molti paesi dell’Est e del Sud d’Europa, legato soprattutto a
povertà, degrado sociale e cultura animalista inesistente. Ma la Romania in
particolare ha, per maltrattamenti ed abbandoni, ha delle situazioni più
drammatiche d’Europa, da quando, negli anni Ottanta, la decisione del dittatore
Ceausescu di urbanizzare la popolazione che viveva nelle campagne portò
all’abbandono, in poco tempo, di migliaia e migliaia di cani. Non molto è
cambiato dal 2001. I cani vengono uccisi in grandi numeri nei canili lager
delle città romene con metodi non verificabili. Spesso, muoiono di fame e di
malattie prima del 14esimo giorno di vita. E il numero di cani di strada è
ancora elevatissimo. Nel centro Footprints of Joy di Save the
Dogs, sette ettari sulle colline vicino Cernavoda (Costanza), aperto
nel 2008, ci sono un rifugio che ospita centinaia di cani, un gattile, una
clinica veterinaria con moltissimi animali in degenza, un rifugio per asinelli
e una casa per cavalli abbandonati o maltrattati.
Il maltrattamento di
cavalli ed asinelli dall’Europa al Medioriente è tristemente noto. Recentemente, dopo le
proteste, una legge a Santorini ha stabilito condizioni di vita più accettabili
per gli asini-taxi, costretti a caricarsi sulla schiena turisti di qualunque
peso. A Kabul, Nowzad, la onlus di Pen Farthing che aiuta i soldati ad adottare
i randagi del luogo, compagni di vita nella guerra, ha un programma di
assistenza per gli asinelli e i cavalli, costretti a lavorare in condizioni di
assoluta precarietà. Altrettanto difficile è la situazione in Romania, dove
trovare un maniscalco è quasi impossibile, e i contadini non hanno non solo i
soldi per gli zoccoli ma neanche per far sverminare i cavalli. Come Nowzad,
Save the Dogs ha da tempo un programma di outreach che assiste
gratuitamente gli asinelli e i cavalli della zona. Tra il 2015 e il 2017 ha
effettuato quasi 600 visite a domicilio per cavalli e asini da lavoro.
Uno dei nuovi arrivi, al
centro, è invece il puledrino Gregor. Trovato nel villaggio di Cumpana, in una
delle regioni più povere della Romania. «Era caduto in un fossato», racconta
Sara, «ma un contadino è riuscito ad avvertirci. Ci ha messo quattro giorni,
perché in questi villaggi non c’è Internet, ma per noi è già straordinario che
ci abbia chiamati, perché spesso questi animali vengono lasciati morire di
stenti».
In quella zona, spiega Sara, vive una grande comunità Rom, la
stessa che commercia in carne di cavallo, soprattutto con l’Italia, primo
importatore europeo di cavalli per consumo alimentare dalla Romania. Nei primi
nove mesi del 2017, informa Save the Dogs, la Romania ha esportato cavalli e
asini da carne per oltre 2 milioni di euro: oltre mille tonnellate tra carcasse
e animali vivi, ammassati e assetati nel lungo tragitto su ruota per arrivare
anche da noi. Perché la loro carne costa pochissimo: i commercianti pagano i
pastori tra 40 e 50 euro per un asino, la cui carne, mescolata a quelle più
costose, finisce spesso nei ragù e negli hamburger. Il più importante macello
di cavalli in Romania è di proprietà italiana, fattura molti milioni di euro
l’anno e tra il 2016 e il 2017 ha macellato 10.000 animali.A parte i Rom, però, i romeni non mangiano i cavalli: li
usano come animali da traino. Nelle zone rurali, è infatti il principale mezzo
di trasporto. Così, subito dopo la nascita i puledrini vengono legati alla
mamma che trascina il carretto: il povero Gregor (che porta il nome del
volontario tedesco di Save the Dogs che l’ha salvato) non è probabilmente
riuscito a tenere il passo: è caduto e il “padrone” l’ha lasciato lì.
Immaginate lo strazio del puledrino che non riusciva a uscire dal fosso e
vedeva la sua mamma allontanarsi. Immaginate lo strazio della mamma. E il
pastore, sordo a tutto questo.Quando i volontari di Save the Dogs sono
accorsi in auto e l’hanno caricato sul sedile posteriore della macchina,
l’orfanello Gregor aveva solo due settimane di vita,
era molto disidratato e pieno di escoriazioni per la caduta nel fossato.
Miracolosamente, perché i puledrini a quell’età sono fragilissimi, si è
ripreso. Si è attaccato subito al biberon, viene allattato ogni quattro ore ed
è diventato la mascotte della struttura. Negli stessi giorni, poi, al rifugio è
nato anche un asinello, e Gregor ha un compagno di giochi. Anche se si crede un
cagnolino, e segue dappertutto lo staff di Save the Dogs.
sopra Gregor fa la pappa
Il futuro di Gregor è all’interno di Footprints of Joy, dove ci sono stalle e grandi spazi per ospitare questi animali per la vita. Mentre infatti Save the Dogs ha vari programmi di adozione con l’estero per cani e gatti, i costi per adottare un cavallo sarebbero altissimi. Ma grazie a Sara e ai volontari e professionisti della struttura, quello di Gregor sarà un futuro felice.
Costanza Rizzacasa d’Orsogna